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Ciao! sono Sandro Tucci! sono un dottore commercialista e revisore legale e mi occupo di gestire professionisti e imprese alle prese col loro business!

Molte volte alcuni potenziali imprenditori non iniziano la loro attività perché la richiesta di un numero di P.Iva con cui iniziarla rappresenta un’insidia che nasconde tranelli . Un po’ come tuffarsi in un’acqua torbida di cui non è visibile il fondale.

Adempimenti burocratici, l’essere visibile nei confronti del Fisco e l’incertezza riguardo ai costi (tasse, contributi, imposte di vario genere,…) cui andare incontro li convincono a desistere. Spesso buone idee rimangono tali perché chiamare un commercialista rappresenta già il primo costo, per una consulenza che potrebbe già sul nascere spezzare fantasie e illusioni di successo.

E’ così che allora mi è venuto in mente di scrivere questo articolo. Già, perché avere uno schema mentale seppur approssimativo di quanto è auspicabile spendere in tasse e contributi il primo anno di attività potrebbe schiarire le idee di tutti coloro che hanno in testa idee imprenditoriali più o meno valide.

Ho deciso dunque di illustrarvi un esempio:

Ipotizziamo che tu, in qualità di imprenditore individuale voglia aprire un’attività artigianale, ad esempio uno studio fotografico a Milano.

Per prima cosa stabiliamo che l’anno fiscale, cioè il periodo di tempo preso a riferimento dal Fisco per la liquidazione delle imposte sui redditi e per la liquidazione dell’Imposta sul Valore Aggiunto inizia oggi 2 febbraio e termina il 31 dicembre dello stesso anno. Dall’anno successivo in poi saremo così operativi su tutti e 365 i giorni dell’anno solare.

L’iter burocratico parte dunque oggi 2 febbraio con l’invio della pratica da parte del Commercialista che, escluso il proprio compenso, dovrà farti pagare diritti camerali, bolli e tasse locali intorno ai 100 euro.

Smaltita questa fase di iscrizione agli Enti , sei diventato finalmente un titolare di p.Iva!

Ora dovrai ricordare per sempre le seguenti associazioni di idee:

  • Agenzia Entrate = Irpef + Iva + Irap
  • Cciaa = diritto camerale annuo
  • Inps = contributi pensionistici
  • Inail = premio assicurativo annuale

Altro snodo fondamentale, spesso difficilmente digeribile per i non addetti ai lavori, è che esiste una sfasatura fra il periodo temporale di competenza lavorativa (2/2 – 31/12/n), e quello di liquidazione delle relative tasse (al 16/6/n+1). Infatti lo Stato,bontà sua, ci permette di lavorare il primo anno senza versare un euro all’Erario, ma rimandando questo atteso appuntamento al mese di giugno dell’anno successivo. Per compensare cotanta attesa , ti richiede non solo il versamento del saldo Irpef dell’anno “n”, ma anche un corposo acconto (100% del saldo) per l’anno n+1. Al 16/6 il 40% , e al 30 novembre dell’anno n+1 verseremo anche il restante 60%.

In sostanza, se per esempio tu avessi un reddito fiscale al termine dell’anno “n” di 18.000 euro vediamo nel dettaglio quanto pagheresti:

Irpef saldo anno “n” = 23% fino a 15.000 + 27% sui restanti 3.000 euro -detrazioni lavoro = 3.446

Acconto Irpef anno “n+1” = 3.446 (ripartito fra il 16/6 ed il 30/11/n+1)

Addizionale Regionale = 232 euro

Irap saldo + acconto irap n+1= 327 + 327= 654

Capitolo INPS. Dobbiamo sapere che dall’inizio attività, decorrono i termini per assolvere all’obbligo di versamento contributivo minimale. Sia che avrai un reddito , sia che non lo avrai.

Nel caso nostro, il fotografo verserà circa 3.400 euro (da reddito 0 , fino ad un reddito annuo di 15.516 euro). Tale importo sarà spalmato in 3/4 rate trimestrali.

Al 16/6/n+1, per i restanti 2.484 euro ci sarà da versare a saldo contributivo un ulteriore 22,29% che fa altri 550 euro circa. E come per il discorso Irpef anche quì scatta l’acconto per l’anno n+1, che farà ulteriormente ridurre il tuo utile lordo.

Pertanto, riassumendo e sintetizzando avremo che dai 18.000 euro guadagnati al 31/12/n, il bravo imprenditore fotografo dovrà detrarre circa 12.000 euro (arrotondando) in tasse e contributi da versare fra il 02/02/n ed il 30/11/n+1.

In pratica, si può affermare che il nostro caro fotografo prima di iniziare il primo anno di attività è preferibile abbia risparmiato qualcosa e che conduca una vita parsimoniosa nel caso in cui le sue possibilità dipendano unicamente da questo reddito.
Ovviamente ho semplificato molto ed ho anche omesso di parlarti del regime forfettario perché sostanzialmente lo considero uno specchietto per le allodole.

Il fatto è che ti ritroverai nel migliore dei casi a lasciare nel piatto buona parte di quanto guadagnato, e vorrei che tu sia preparato sin da subito ad un anno (il primo) molto difficile, prima del quale è bene tu abbia delle riserve cui attingere (un buon gruzzolo a disposizione..)

E gli anni seguenti? beh, ci avrai fatto l’abitudine e avremo nel frattempo pensato a come farti guadagnare di più senza farti preoccupare delle tasse che dovrai pagare.

Sandro Tucci